Nel 2013, quando lo stato di salute dell’amico Pasquino stava ormai peggiorando, mi recai nella sua villetta di Bova per salutarlo, in compagnia di amici comuni, con la piena consapevolezza che sarebbe stato l’ultimo nostro incontro.
La crisi politica viene drammatizzata fino all’eccesso e passano in secondo ordine provvedimenti che hanno dell’incredibile: un’estate intera a parlare di banchi, senza pensare ai tracciamenti diffusi del contagio e ai trasporti e intanto ci continuano a propinare bonus biciclette e monopattini
– DOTTÒ, ME VISITATE? CHE ME DITE? VOREBBE BUTTÀ GIÙ STA PANZA GRASSA, VOREBBE FÀ SPARÌ LA CELLULITE E ’R CALORE DE GIÙ, CHE NUN ME PASSA. NUN SO C’HO DA MAGNÀ, TUTTO M’INGRASSA: CIÒ BOZZI SU LE COSCE, LA COLITE, LA CICCIA SU LI FIANCHI NUN S’ABBASSA E LE CHIAPPE SÒ MOSCE E RATTRAPPITE.
Ma, curiosamente, il fatto
che doveva scrivere delle
cose che vedeva, la preoccupazione, l’angoscia quasi,
dava alla sua mente una
capacità di selezione, di
scelta, di essenzialità per cui
sensato ed acuto finiva con
l’essere quel che poi nella
Oggi rucorrono i cento anni della nascita di Leonardo Sciascia scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d’arte e insegnante di italiano. Spirito libero, anticonformista e impietoso critico del nostro tempo.