Si scopre un pentito, un gornalista ’’condizionato’’

Lun, 21/03/2011 - 00:00

In settimana abbiamo assistito ad un evento che nessuno si aspettava, che nessuno avrebbe mai immaginato, siamo stati tutti colti alla sprovvista e, niente è più dannoso come il panico. I Longo di Polistena mattina di martedì all’ alba venivano arrestati. Tutta la loro crono-storia era in primo piano sulle pagine delle maggiori testate regionali, in articoli on line e, sulle reti televisive. Quasi tutti hanno evidenziato nei titoli di apertura l’ operazione di polizia che gli inquirenti hanno messo a segno, infatti, gli hanno sequestrato beni per un valore di 30 milioni di euro. Polistena, regno del male? La nostra è una cittadina pregna di cultura, dove vivono menti illuminate, penne raffinate, poeti, scrittori, filosofi, storici e, dove gli abitanti si frequentano per rendersi migliori gli uni con gli altri. Democrito diceva: “ una sola persona vale quanto tutto il popolo e tutto il popolo quanto una sola persona” e aggiungerei che mai frase calzò così bene come per Polistena. Per cui, sarebbe bene mantenerci sobri evitando gli estremi senza cadere in ingannevoli trappole. Chi scrive deve rendersi utile al l’umanità, lasciare ai posteri la propria opinione che può anche non coincidere con quella degli altri ma, questa è quella che si dice: non-violenza. La maxi-operazione è stata sicuramente fra le più importanti portata a termine negli ultimi anni, partita da un’ ordinanza di custodia cautelare da gip Tommasina Cotroneo, su richiesta del sostituto Marco Colamonaci. L’ operazione, inoltre, ha visto impegnata tutta la squadra mobile di Reggio e, del commissariato di polizia di Polistena i due funzionari Amati e Giordano. Oltre all’ impegno del procuratore Giuseppe Pignatone, dall’ aggiunto Michele Prestipino, da questore Carmelo Casabona, e dal capo della mobile Renato Cortese. E, le colonne portanti sulle quali si regge l’ inchiesta sui Longo sono le dichiarazioni del pentito Biagio Girolamo Bruzzese che svela i retroscena e riferisce grosse informazioni. Però - anche qui - un dubbio sorge, qualche passaggio sembra non quadrare, c’è l’ impressione che non tutto s’ incastra alla perfezione col resto del mosaico da lui descritto. Infatti, il collaboratore di giustizia ammette:” Loro erano che controllavano i voti chi doveva salire a gestire il comune di Polistena” e, alla domanda del sostituto commissario: ”questo fino al duemila e tre fino a quando?” il giovane risponde: “ fino al duemila e tre e sarà sempre così fino al duemila e tre e non è che adesso è cambiato nulla”. Qualunque cittadino polistenese - di fronte a queste dichiarazione rimane perplesso, se ciò fosse vero i polistenesi sarebbero sottomessi riguardo i voti, da qui, l’ immagine della colta e sempre attenta Polistena ne uscirebbe davvero compromessa e, antipaticamente retrocessa. Naturalmente i magistrati sono più avvezzi di chi vi scrive e vaglieranno con la dovuta attenzione le dichiarazioni. Io credo non si possa ledere in toto la dignità di un popolo, il quadro che ne esce fuori non onora l’ umanità e, l’ inclinazione al bene, doti naturali – queste – della nostra cittadina. Infine, consapevoli che Polistena è un agglomerato formato da più persone concludiamo che alcuni, per un certo periodo hanno avuto le labbra incollate poi di colpo si sono spogliati dei loro vizi e hanno parlato, altri, si sono da sole aperte la via verso la libertà consapevoli che la vita politica e sociale di una cittadina passa attraverso il pensiero degli intellettuali e, di nessun altro!

Autore: 
Maria Boeti
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