Speriamo sia solo una risacca

Lun, 02/02/2015 - 16:37

Un articolo di Pasquale Violi, pubblicato il 20 gennaio 2008 su La Riviera, spiegava nel dettaglio le condizioni del reparto di oculistica presso il nostro ospedale di Locri, inserendo l’argomentazione in un più ampio progetto di “analisi” dei singoli reparti del nosocomio.
L’aria che si respirava nel settore all’epoca dell’articolo del nostro collega era senza dubbio di almeno moderato ottimismo, considerato che, nel giro di tre anni, il primario Francesco Leone era stato in grado di riqualificare completamente la divisione ridandole funzionalità e professionalità. Un rimpasto professionale e la messa in atto di tecniche all’avanguardia aveva trasformato la cenerentola dell’ospedale in un reparto d’eccellenza, divenuto punto di riferimento per tutta la provincia e l’unica (comunque grave) macchia, era costituita dalla precarietà della maggior parte del personale, anche se altamente qualificato.
Dopo sette anni, le condizioni di quel reparto e dell’ospedale tutto sono drasticamente cambiate. Qualcuno qualificherebbe sbrigativamente la situazione affermando che si è “scivolati di nuovo indietro”, eppure la condizione di oculistica non è così semplice e potrebbe essere, ci auspichiamo, il semplice derivato di una risacca che sta per riportare velocemente in avanti il reparto.
Due settimane fa, tra le nostre brevi, è comparsa la notizia Ospedale: una vittima della malapolitica, nella quale si riportavano le conclusioni di un incontro avvenuto tra la dirigenza sanitaria, i vertici dell’ASP e il coordinatore del NCD Nino D’Ascola che, al termine del dialogo, prometteva una visita imminente da parte del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. In quella sede, usando un rafforzativo, era stato detto che il reparto di oculistica era ormai definitivamente chiuso e che, per una visita specialistica, era necessario recarsi quanto meno in provincia di Cosenza.
La presa alla lettera di quell’espressione da parte nostra nascondeva, tuttavia, un’inesattezza. Oculistica, infatti, benché barcollante, si regge ancora sulle proprie gambe e sta lentamente riacquistando la voce per poter urlare a tutti che il reparto è vivo. Certo, la drammatica mancanza di personale lo rende un settore che non può funzionare come dovrebbe e le continue interferenze dell’amministrazione sanitaria reggina spingono i malpensanti a pensare che ci sia davvero un interesse economico-politico a far chiudere l’ospedale di Locri.
Tuttavia, relativamente alle proprie (acciaccate) condizioni, il reparto funziona a pieno regime e gli “eroi” della sanità, rimasti appena in numero di tre nel reparto, sono sempre ben disposti a fare doppi o anche tripli turni pur di garantire un servizio che continua non solo a raggiungere tutti i comuni della Locride, ma lambisce persino i paesi della piana.
Ogni settimana, nonostante il numero di posti letto sia sceso a 0 dagli 8 di cui ci si poteva vantare sette anni fa, il tabellone degli interventi viene accuratamente riempito per ricoveri Day Hospital e grandi professionisti si occupano di chi si affida alle loro mani esperte. Certo, siamo  lontani dai 615 interventi e dalle 11.755 prestazioni ambulatoriali del 2007, ma la scorza di oculistica rimane dura e difficile da scalfire anche per il più affilato bisturi. Cateratte e retinopatie diabetiche sono all’ordine del giorno e gli esami specialistici si concatenano nella speranza di poter, un giorno, raggiungere nuovamente quei numeri di cui si andava tanto orgogliosi all’inizio della gestione Leone.

Autore: 
Jacopo Giuca
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