Sta a fa’ er gaggio

Ven, 22/05/2020 - 09:00

Con lo Smart Working bisogna ovviamente fare il report dell'attività giornaliera. In casa, per organizzare, gestire i figli (anche se aiutano i nonni), rispondere alle telefonate gradite e a quelle no, pause ce ne stanno. Ma aiutano tutti. Le donne appaiono sempre meno donne, e gli uomini sempre meno uomini, nel parlare, nel vestire, negli stili di vita. Meglio così. Si pensa e si fa in modo uniforme, a prescindere dal genere. Anche sensibilità e sacrificio, infatti, sono distribuiti tra i generi. In periodi di normalità, se l'uomo è costretto a casa e la donna a lavorare fuori, sarebbero differenti (sembra) gli stimoli della genitorialità (mettiamola così…). Come a rendersi conto maggiormente cosa comporti. Viene da chiedersi cosa comporti, invece, nelle istituzioni, quando qualcuno voglia trasferirvi virilità e femminilità (vere o presunte). Ne abbiamo visti sui palchi di energumeni, vuoti comizianti, "anime belle". I politici, innanzitutto, debbono studiare, applicarsi. Tanti dei grandi di "mestieri, arti e professioni" a cui rendiamo omaggio (oggi al prestigioso economista Franco Tutino, scuole fino al diploma tutte nella sua Siderno), hanno fatto una buona parte degli studi nell'Italia di ieri, lunghi tratti di strada a piedi e due fichi nel cartoccetto sistemati da mamma, da mangiare prima di arrivare a scuola e entrare in classe. Nel film in TV dell'altra sera, il bambino sorpreso a rubare un po’ di frutta per fame, diventa chirurgo, opera gratis e salva il generoso bottegaio che lo aveva perdonato. Mai come adesso è stato mediocre il livello di alcuni rappresentanti politici. Quando qualcuno vuole dissimularlo, si può rispondere con un termine del "Dizionario romanesco-inglese per cavarsela a Roma senza sbroccà" di Carolina Venosi, cioè "gaggio". "Quando un tuo amico si atteggia a esperto di musica per far colpo su una ragazza, anche se in realtà non sa tenere nemmeno in mano una chitarra, (e) gli dici 'Stai a fa' er gaggio'". Oltretutto, come si dice, "il populismo ha bisogno del popolo" e, almeno dalle nostre parti, non li abbiamo visti granché nelle urne, quelli che lo alimentano. Il sindaco di San Giovanni di Gerace, Giovanni Pittari, in una diretta Facebook, ha ammesso con onestà "Noi sindaci non siamo ascoltati". Invece, come tramite tra cittadini e le altre istituzioni, tanto più che sono assenti i partiti, debbono essere importanti. Non servono gli argomenti usati in maniera semplificata per far presa sulla gente, la sola denuncia e non la proposta di soluzione, gli atteggiamenti da capipopolo, l'aggressività. Nel dibattito nazionale, i cavalli di battaglia sono la lotta al comunismo, al capitalismo della grande industria, alle tasse vessatorie. Alle nostre latitudini, non servono le urla per i servizi che mancano, dimenticando magari nell'elenco quelli che sono di propria competenza. Non servono viaggi a vuoto a Roma o spacciare per importante un politico che non fa o non può. Bisogna avere un progetto d'urto, ottenere cose concrete nel campo della sanità, delle infrastrutture e dei beni culturali soprattutto, conservando, però, la giusta diffidenza verso qualche "attore". "Quando il tuo ex torna da te dicendoti che è cambiato e pregandoti di tornare con lui, (e) tu gli rispondi "Se, du' vorte” (cit. Caterina Venosi).

Autore: 
Franco Crinò
Rubrica: 
Tags: