Studenti vs. locatori: causa persa in partenza?

Dom, 08/11/2015 - 17:39
Tra i ricordi dell’università c’è senz’altro quello del proprietario di casa: che sia disponibile e affidabile o combinaguai e spesso spilorcio, segnerà in maniera indelebile la vita di ogni studente.

L’esperienza universitaria è un’avventura. In tutto e per tutto. Comincia nell’istante esatto in cui si varca la soglia della città che ospita la struttura, e non termina per tutta la vita. Ci sarà sempre qualche questione ancora aperta che continuerà a essere parte dell’esistenza di uno studente: un amico/a universitario diventato fidanzato/a, un fidanzato/a diventato marito/ moglie, un ragazzo/a lasciato/a, un esame andato male, una coinquilina/o troppo simpatica/o, o una/o troppo antipatica/o.
Ma soprattutto il ricordo che ci si porterà dietro per tutta la vita sarà quello di un proprietario di casa disponibile e affidabile o di uno totalmente inesperto e combinaguai.
L’entrata ufficiale nella vita universitaria dei fuori sede comincia con la fatidica ricerca disperata di un alloggio.
Poco male per coloro che si adattano a qualsiasi situazione, malissimo per chi ha grosse pretese.
Che si prepari psicologicamente a giornate infernali in cui troverà proprietari furbacchioni a cui il nome “contratto di locazione” fa rabbrividire, nonché affermare: “Noi siamo una famiglia! E nelle famiglie non ci sono contratti.”
Vano il tentativo di spiegazione secondo cui il contratto è rivolto a tutelare entrambe le parti.
Loro ragionano come se fossero una “famiglia”.
Case improponibili a prezzi tutt’altro che proponibili.
Muffa, acari e polvere. Pavimento inesistente e, sui muri, graffiti. Sì, di macchie.
Ma tanto “questa è una bella casa, comoda e tranquilla. Al piano inferiore abita un medico e un avvocato. Gente raccomandabile.”
Sì, come se questi professionisti sul loro stato civile avessero scritto “brava persona” solo perché possiedono una laurea.
Generalmente queste sono le tipiche persone la cui fortuna è stata quella di possedere un immobile più o meno accettabile in una città universitaria, da affittare a poveri studenti malcapitati.
Vi sono, poi, i proprietari che nella vita sono ricchi costruttori. E per ogni edificio costruito destinano un appartamento a studenti affittuari.
Poco disponibili perché troppo impegnati, e fin troppo lascivi. Gli studenti si ritrovano a dover consegnare mensilità arretrate, perché il proprietario si dimentica di passare a ritirare l’affitto, tanto mica ha bisogno di soldi.
Ah, dimenticavo.
Non dichiarano l’importo effettivo dell’affitto. Pagherebbero troppe tasse.
Capita a volte (molto raramente) di trovare l’onesto cittadino. Lavoratore da un’intera vita, che ha acquistato un appartamento investendo del denaro messo da parte e frutto di innumerevoli sacrifici.
Preciso ed efficiente. A ogni fine stagione si trova a ingaggiare una ditta di pulizie per far trovare l’appartamento sempre impeccabile e profumato. Arredato con gusto, e studiato nei dettagli.
Questo tipo di locatore, dichiara anche il centesimo, fa visita a casa munito di cartellina e con la situazione economica di bollette e affitto ben chiara, delineata da un attento studio fatto di grafici e tabelle.
“Sara ha già pagato il canone. Mariella no. Il 2 settembre arriva la bolletta dell’acqua”.
Contratto rigorosamente registrato, e spese contrattuali a carico del locatore.
Insomma instancabile e preciso, non può che essere un proprietario di casa “limited edition”.
Sulle varie agenzie che si occupano di locare appartamenti a studenti conviene non soffermarsi troppo.Due mensilità anticipate e altre due per il loro guadagno.
Vi è, poi, una categoria di locatore che se Dante avesse vissuto nei giorni nostri avrebbe collocato nell’ultimo girone dell’inferno.
È quella degli incivili e degli ignoranti.
Ma non perché non hanno studiato, ma per il semplice motivo di non saper instaurare un dialogo e affrontare un discorso.
Il povero studente dopo essersi innamorato follemente della casa, cerca in tutti i modi di farsi piacere il proprietario.
Ma si fallisce sempre.
Non mantengono orari, le 19 accordate due sere prima, divengono le 7:45, senza avvertire.
Non hanno intenzione di spendere un euro, e se dovesse capitare un guasto irreparabile alla lavatrice millenaria degna di premio Nobel per l’indistruttibilità, beh “gli elettrodomestici sono a carico dell’affittuario, quelli in casa erano tutti nuovi.”
E se solo si cercasse di discutere, si può star certi che loro non hanno nessuna intenzione di cedere. Non sapendo argomentare, sono capaci di girare le spalle e andar via nel bel mezzo della discussione.
Anche un po’ offesi.
Non si capisce bene se dalla discussione o dalla consapevolezza di essere inappropriati.
Che poi il povero studente entra pure in crisi: “non capisce lui o non mi so spiegare io?”- si chiede.
A questo punto il mio consiglio è uno solo: invece di regalare soldi a proprietari incapaci per affitti salatissimi, meglio accollarsi un mutuo. Di sicuro - come dice mia nonna - si guadagna in salute.

Autore: 
Sara Leone
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