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itMuseo Archeologico di Reggio, annunciata la riapertura a giugno
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/9251f60a0317505b220d90ba66a73c6c.jpg?itok=wMGd0gcX" title="Museo Archeologico di Reggio, annunciata la riapertura a giugno" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-61730-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/9251f60a0317505b220d90ba66a73c6c.jpg?itok=J9_ECoy0" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">"Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria potrà riaprire le porte nel mese di giugno. Dopo tanta attesa, dunque, i visitatori potranno fruire delle bellezze della Calabria antica e ammirare nuovamente i Bronzi di Riace e di Porticello". Lo ha detto il direttore Carmelo Malacrino.<br />
Nei giorni scorsi, infatti, il comitato tecnico scientifico del Governo ha definito le linee guida per la riapertura dei Musei e per garantire la sicurezza del personale e degli utenti.<br />
La soglia prevista di 100 mila ingressi pone il Museo reggino nel gruppo di quelli con maggior flusso, essendo state oltre 225.000 le presenze nel 2019. In questi casi l'attenzione per la sicurezza dovrà essere massima e coinvolgerà ingressi contingentati e percorsi di visita, nonché impianti e dispositivi di protezione. "Le difficoltà sono tante - ha aggiunto Malacrino -, ma sfide epocali come questa che stiamo vivendo e che certamente è già entrata nella storia mondiale, vanno affrontate con coraggio e determinazione".<br />
<em>ANSA</em></p>
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Mon, 18 May 2020 10:00:00 +0000jacopo.giuca61730 at https://larivieraonline.comUn nuovo Museo Archeologico del Territorio (o quasi)
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Resti%20antichi.jpg?itok=F5CqWXRG" title="Un nuovo Museo Archeologico del Territorio (o quasi)" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-56567-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Resti%20antichi.jpg?itok=SOMsqttW" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Leggiamo nella sezione Cultura di<em> Riviera</em> di domenica scorsa, 16 giugno (a p.19), la notizia della chiusura del Museo Archeologico Nazionale Archeologico di Locri Epizephiri per motivi di ristrutturazione proprio all’inizio del periodo estivo, che “ha destato non poche perplessità e timori da parte di diversi cittadini”. Fortunatamente, come ha spiegato la direttrice del Polo Museale di Locri Epizephiri, Rossella Agostino, “l’opera di ristrutturazione riguarderà solo alcune delle sale del Museo che continuerà a essere visitabile in tutta la sezione relativa al Parco Archeologico e al casino Macrì”. Almeno il turista tedesco, venuto appositamente a Locri sotto la canicola, potrà ammirarne il teatro, appena ripulito da una savana di erbacce. Non solo: secondo l’Agostino, “i reperti contenuti nelle sale oggetto di ristrutturazione [...] saranno temporaneamente trasferiti proprio presso il Museo del Territorio di Palazzo Nieddu (ossia a Locri) incrementando così la superficie destinata all’esposizione e <em>ripensando l’intero allestimento espositivo</em> (il corsivo è nostro). Se quest’ultimo progetto sarà effettivamente portato a termine, ci si augura che i suoi curatori abbiano modo di rimediare ad alcune delle lacune più tangibili dell’attuale allestimento, che è vanto pressoché esclusivo della Scuola Normale Superiore di Pisa. All’équipe scientifica di Pisa spetta, infatti, il merito di aver avviato la più recente ricognizione archeologica del territorio della <em>polis </em>locrese, iniziata nel 2017 nelle vallate della Fiumare Condojanni e Portigliola e condotta in modo sistematico fino a circa 8 km dalla costa jonica. Ciò ha permesso di ricostruire le principali dinamiche del popolamento della <em>chora</em> (il territorio) circostante l’antico centro urbano dall’età pre-protostorica a quella medievale e di individuare una serie di nuovi siti con funzioni diverse (dalla fattoria al punto di avvistamento). La documentazione raccolta a Palazzo Nieddu attesta l’importanza dei risultati di queste ricerche ancora in corso. <br />
Ciò nondimeno la prestigiosa università toscana non è stata la sola né tantomeno la prima ad affrontare lo studio del territorio di Locri Epizephiri, largamente ignorato (a parte pochi interventi di lungo respiro) dalle autorità preposte alla tutela dei beni archeologici della regione fin dall’epoca di Paolo Orsi. Paradossalmente, fu lo stesso Orsi a lasciare dietro di sé un modello di ricerca concentrato esclusivamente sulla riscoperta del centro urbano. Va pure detto che nessun altro archeologo italiano succeduto a Paolo Orsi in Calabria dopo il 1927 è stato in grado di dare un impulso alla ricerca archeologica nella Locride paragonabile anche lontanamente all’attività del grande studioso roveretano, anche in anni relativamente recenti e con mezzi di gran lunga superiori. Ciò malgrado, non sono state poste in risalto a Palazzo Nieddu le evidenze archeologiche individuate nelle ricerche dell’Università di Siena fin dagli anni Novanta del secolo scorso nell’area di confine tra la <em>chora</em> di Locri e quella di Rhegion, e dei risultati delle indagini condotte nell’area di Capo Bruzzano dall’Università di Torino – che da oltre mezzo secolo scava nel cuore della città. Manca, infine, qualsiasi riferimento a uno dei temi di studio più recenti per quanto riguarda la ricerca archeologica sul mondo greco: il controllo e la difesa del territorio. Eppure fin dall’epoca tardo arcaica (dopo il 600 a.C., ad appena un secolo dalla sua fondazione) Locri Epizephiri era già dotata di un sistema di fortificazioni rurali concepite come punti di controllo e di sorveglianza delle principali vie di collegamento tra Jonio e Tirreno, e come avamposti sui confini in aree spesso oggetto di guerre frontaliere con altre città-stato come Rhegion e Kaulonia. Le numerose carte dell’antico territorio locrese con indicazione dei siti pre-protostorici e di età greca di cui è costellato il Museo del Territorio non citano i risultati delle ricerche dell’Università del Kentucky a Monte Palazzi (Comune di Grotteria) e a Bregatorto (Comune di Antonimina), dove sono stati individuati e parzialmente scavati due forti locresi. Entrambi i siti, a oltre 14 km dalla costa jonica, e rispettivamente a 1251 e a 975 m di altezza sul livello del mare, hanno anche restituito evidenze di una frequentazione preistorica fin dal Neolititico. Inoltre entrambi questi forti sono stati occupati – a differenza di qualsiasi altra fortificazione rurale finora nota in Calabria – dalla metà del VI fino al primo quarto o fino alla metà del III secolo a.C., come dimostra l’evidenza dei rinvenimenti. Basta una ricerca su Google per trovare riferimenti alla bibliografia in inglese e in italiano delle relazioni scientifiche su questi siti pubblicate da Paolo Visonà, direttore degli scavi americani a Monte Palazzi dal 2005 al 2010 e a Bregatorto nel 2017 e 2018 (per esempio: <em>www</em>.<em>fastionline</em>). Lo studio più recente, dal quale provengono le immagini delle prospezioni magnetometriche e georadar qui illustrate, è in corso di stampa in <em>Notizie degli Scavi di Antichità</em> edite dall’Accademia Nazionale dei Lincei, la più veneranda rivista archeologica dello Stato. <br />
Ma perchè il forte locrese di Bregatorto è importante? Esso è anzittutto la più grande fortificazione rurale di età greca (circa 2200 mq, quasi il doppio dell’area del forte di Monte Palazzi) finora individuata nella Locride. Si tratta inoltre di un punto di controllo strategico e di un nodo essenziale sul percorso più diretto e più agevole tra Locri e la costa tirrenica. Partendo dall’antica Locri e risalendo la Fiumara Portigliola era possibile scendere nella vallata di Antonimina e risalire la dorsale che da Tre Arie conduce a Bregatorto passando per le alture di Monte S. Mauro e Monte Cola. Proprio a Monte S. Mauro sono stati individuati i resti di un posto di vedetta di epoca greca, con laterizi e ceramica da fuoco, che dominava l’antica pista risalente da Tre Arie. Un altro punto di vedetta, e un insediamento rurale – ambedue di età greca – sono stati scoperti lungo questo percorso, a oltre 600 m. di quota, al disotto di Monte S. Mauro. Da studi condotti con Google Earth risulta che il potenziale visivo del forte di Bregatorto comprendeva tanto Monte Cola quanto Monte S. Mauro: in altri termini, la guarnigione del forte era in grado di sorvegliare (da un bastione o una torre ubicata sul lato nord-est del complesso) l’ultimo tratto della pista che risaliva il crinale fino a Bregatorto e alla sommità della Dorsale Tabulare, dalla quale era possibile scendere in brevissimo tempo sulla costa tirrenica. Bregatorto era pertanto il caposaldo di un vero e proprio sistema di controllo del territorio e il <em>terminal </em>dell’asse viario che metteva in comunicazione Locri con i suoi possedimenti e la sua sub-colonia più vicina sul Tirreno, Métauros e Medma (oggi Gioia Tauro e Rosarno). La presenza di ben tre siti di età greca tra Tre Arie e Bregatorto dimostra chiaramente che questo era il percorso principale (anche se certamente non l’unico) tra l’antica Locri e il litorale tirrenico meridionale. <br />
Forse quando sarà ripensato l’intero allestimento espositivo di Palazzo Nieddu queste nuove importanti evidenze potranno trovare l’attenzione e lo spazio che meritano. Locri controllava un territorio molto più vasto e più lontano dal mare di quanto lascino capire i pannelli e i materiali dell’esposizione attuale. La novità forse più indicativa rispetto a dati disponibili in passato è che i Locresi s‘impadronirono rapidissimamente di tutto l’entroterra fino all’orizzonte naturale della Dorsale Tabulare sin dall’epoca arcaica, espandendosi anche in areali compresi tra i 500 e 1000 metri di quota. La fondazione delle loro sub-colonie di Medma e Hipponion presuppone una conoscenza e un controllo del territorio già acquisiti entro poche generazioni dall’arrivo dei primi coloni Achei, ovviamente a spese della popolazione indigena preesistente, della quale scompare ogni traccia dopo la prima metà del VI secolo. Dopo aver corso il rischio di essere distrutta dai Crotoniati nella Battaglia della Sagra (560 a.C.), Locri si fornì di una cinta muraria e di una rete di fortificazioni rurali, la maggior parte delle quali resta da individuare. I siti di Monte Palazzi e Bregatorto, in particolare, sono due cardini di questo sistema di controllo e difesa del territorio che dovrebbero essere fiori all’occhiello di una struttura museale che si propone di presentare alla Calabria e al mondo l’unicità del retaggio culturale di una delle maggiori città della Magna Grecia.</p>
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<div class="field-item even">Giovanni Pittari</div>
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Sun, 30 Jun 2019 09:40:00 +0000jacopo.giuca56567 at https://larivieraonline.comPalazzo Nieddu ospiterà diversi reperti del Museo Archeologico di Locri
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Palazzo%20Nieddu_6.jpg?itok=W8klmKSE" title="Palazzo Nieddu ospiterà diversi reperti del Museo Archeologico di Locri" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-56327-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Palazzo%20Nieddu_6.jpg?itok=gOXspkf4" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Lunedì presso il Museo del Territorio di Palazzo Nieddu del Rio, si è tenuta la consegna dei lavori di ristrutturazione del Museo Nazionale Archeologico di Locri Epizefiri. L’intervento, finanziato con risorse del Programma Nazionale Operativo “Cultura e Sviluppo”, si pone in continuità con gli interventi finanziati con le precedenti fasi di programmazione delle risorse aggiuntive di fonte comunitaria che hanno permesso di migliorare la fruibilità del parco archeologico e di recuperare lo stesso Palazzo Nieddu del Rio. La notizia della chiusura del Museo Archeologico proprio in concomitanza con il periodo estiva ha destato non poche perplessità e timori da parte di diversi cittadini ma, come spiegato dalla Direttrice del Polo Museale di Locri Epizephiri Rossella Agostino la decisione non deve destare preoccupazione. Proprio nell’ottica di ridurre al minimo i disagi, infatti, è bene sottolineare che l’opera di ristrutturazione riguarderà solo alcune delle sale del Museo che continuerà a essere visitabile in tutta la sezione relativa al Parco Archeologico e al casino Macrì seguendo il regolare orario di apertura. I reperti contenuti nelle sale oggetto di ristrutturazione, poi, grazie alla disponibilità del Comune di Locri, saranno temporaneamente trasferiti proprio presso il Museo del Territorio di Palazzo Nieddu incrementando così la superficie destinata all’esposizione e ripensando l’intero allestimento espositivo. La durata prevista per il completamento dei lavori è di circa 12 mesi, lasso di tempo nel quale, ha assicurato la Agostino, il programma di eventi e incontri resterà comunque molto ricco, a cominciare dall’inaugurazione di Armonie d’Arte Festival con Ute Lemper e da un incontro sulle Muse che inaugurerà uno scambio intermuseale con Civita Castella che garantirà l’esposizione di un prezioso sarcofago.</p>
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Sun, 16 Jun 2019 16:20:00 +0000jacopo.giuca56327 at https://larivieraonline.comMArRC: apertura straordinaria lunedì di Pasquetta
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<div class="field-item even">Riceviamo e pubblichiamo</div>
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Museo%20di%20Reggio_7.jpg?itok=WGnCjlAT" title="MArRC: apertura straordinaria lunedì di Pasquetta" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-55362-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Museo%20di%20Reggio_7.jpg?itok=pzh_tdCl" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Il <strong>Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria</strong> <strong>resterà aperto</strong> nei giorni di <strong>Pasqua, Pasquetta e del 25 aprile</strong> secondo il consueto orario 9.00 - 20.00, con ultimo ingresso alle 19.30.<br />
L'istituzione, diretta da <strong>Carmelo Malacrino</strong>, non mancherà di sorprendere e soddisfare le curiosità dei visitatori e dei turisti che giungeranno in città per le vacanze pasquali.<br />
Una grande opportunità di conoscere la ricchezza della Calabria nell’antichità attraverso un percorso espositivo articolato su quattro livelli, dalle più antiche testimonianze della preistoria fino alla magnificenza dell’età romana. Come sempre l’ingresso sarà gratuito per tutti i ragazzi fino a 18 anni, mentre il biglietto costerà solo 2 euro per i giovani da 19 a 25 anni con l’iniziativa <strong>#iovadoalmuseo</strong> voluta dal Ministro dei Beni e le Attività Culturali, <strong>Alberto Bonisoli</strong>.<br />
Non solo i reperti della collezione permanente e i magnifici <strong>Bronzi di Riace</strong>, ma senza alcun sovrapprezzo si potranno visitare anche le <strong>tre</strong> <strong>mostre temporanee</strong> ospitate in Museo.<br />
In attesa dell’apertura il 2 maggio della prossima esposizione in Piazza Paolo Orsi, su grande richiesta è stata prorogata la mostra "<strong>Il cibo degli dei. Rituali e offerte nei santuari della Calabria greca</strong>", a cura di Carmelo Malacrino e Daniela Costanzo. L'esposizione presenta, in un suggestivo percorso, le antiche pratiche religiose legate ai sacrifici animali e alle offerte votive delle primizie del raccolto, testimoniando l'intimo e complesso rapporto tra uomo e divinità attraverso il cibo. <br />
In sinergia con il dipartimento dArTe dell'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria, in Museo anche l'esposizione "<strong>Improbabili morfologie. Disegni per il Campo Marzio di Giovan Battista Piranesi</strong>", frutto del lavoro del professor Gaetano Ginex e della sua <em>equipe</em> di esperti. Un omaggio al giovane architetto veneziano che, nella seconda metà del XVIII secolo, avviò una grande operazione di tutela e studio dei ruderi antichi dell'Urbe al fine di salvarli dall'oblio. I suoi studi sul rilievo e l'indagine autoptica condotta sul Campo Marzio, correlati da immagini, modelli e installazioni video, saranno esposti al MArRC sino al prossimo 27 aprile.<br />
E poi, al livello E del MArRC, la grande mostra "<strong>Dodonaios. L'oracolo di Zeus e la Magna Grecia</strong>", frutto delle sinergie internazionali con il Museo Archeologico di Ioannina (Grecia) e il dipartimento di Scienze e Patrimonio Culturale dell'Università di Salerno. L'esposizione, curata dal Direttore Malacrino insieme a Konstantinos Soueref e Luigi Vecchio, testimonia gli stretti contatti, avvenuti tra il VI e il III secolo a.C., tra le colonie greche della Magna Grecia e il santuario di Dodona, in Epiro, considerato il più antico tra gli oracoli dei greci. Significative, in tal senso, le numerose laminette votive in piombo lasciate nel santuario dai fedeli, tra cui quelle dei viaggiatori provenienti dalla Magna Grecia. <br />
Tra il livello D e il Livello E, inoltre, si spalanca agli occhi dei visitatori il prezioso mosaico di tarda età imperiale raffigurante <strong>Nettuno su biga</strong>, provvisto di tridente. Ritrovato sul finire del XIX secolo nell'area del torrente Annunziata, giaceva dal 1943 in una cassa e ora, dopo due anni di restauro, arricchisce la collezione del MArRC.<br />
Aperte, infine, grazie al contributo dei volontari del Touring Club, sezione di Reggio Calabria, anche le <strong>tombe di età ellenistica</strong>, scoperte da Piacentini nel 1932 durante i lavori di edificazione del Museo. Senza alcun sovrapprezzo saranno visitabili nella domenica di Pasqua dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30.</p>
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Sat, 20 Apr 2019 17:00:00 +0000jacopo.giuca55362 at https://larivieraonline.comIl Mimmo Cavallaro trio al Museo archeologico dell’antica Kaulon
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Cavallaro%20Trio.jpg?itok=2suKWyNB" title="Il Mimmo Cavallaro trio al Museo archeologico dell’antica Kaulon" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-54720-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Cavallaro%20Trio.jpg?itok=yNLQpYft" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">A Monasterace, caratteristico centro della fascia jonica reggina, il Museo archeologico dell’antica Kaulon aderisce ad <strong><em>Aspettando la Festa della Musica</em></strong>, iniziativa promossa dal MiBAC, proponendo giovedì 21 marzo 2019, alle ore 18.30, <strong><em>Mimmo Cavallaro trio.</em></strong><br />
Il “Trio (Mimmo Cavallaro, Andrea Simonetta e Gabriele Albanese)” interpreterà brani tratti dalla tradizione musicale calabrese accompagnandosi con strumenti tradizionali. Una realtà musicale-etnografica fatta conoscere da Mimmo Cavallaro, leader del gruppo, in campo nazionale ed internazionale con grande successo.<br />
Mimmo Cavallaro, infatti, è un cantautore di musica etnica, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. La sua <em>mission</em> è far riscoprire canti della tradizione popolare calabrese e strumenti musicali di un tempo. In particolare, sono due quelli che propone con la sua band: la lira e la ciaramella. L’utilizzo, inoltre, del dialetto calabrese nel suo repertorio musicale, che rivela una sorprendente musicalità, costituisce un elemento caratterizzante del suo stile artistico.</p>
<p class="rtejustify">Il museo di Kaulon ha programmato questa serata, a cura dei Servizi Educativi dello stesso museo, con l’obiettivo di legare mondo antico e mondo contemporaneo attraverso tradizioni culturali che sono espressione della vita delle comunità nel tempo.</p>
<p class="rtejustify">Il Museo Archeologico e Parco Archeologico dell’antica Kaulon, diretto da <strong>Rossella Agostino</strong>, è afferente al Polo Museale della Calabria, guidato da<strong> Antonella Cucciniello</strong>.<br />
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Aspettando la Festa della musica</strong><br />
<strong><em>Mimmo Cavallaro trio</em></strong><br />
Museo Archeologico dell’antica Kaulon<br />
c/da Runci SS 106 – Monasterace (Reggio Calabria)<br />
Giovedì 21 marzo 2019 – 18.30</p>
<p class="rtejustify"><strong>Polo museale della Calabria</strong><br />
Direttore: <strong>Antonella Cucciniello</strong><br />
Ufficio stampa: <strong>Silvio Rubens Vivone </strong>(responsabile)<br />
Tel.: 0984 795639 fax 0984 71246<br />
<a href="mailto:[email protected]">[email protected]</a></p>
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Sat, 16 Mar 2019 17:20:00 +0000jacopo.giuca54720 at https://larivieraonline.comMArRC presenta: “Il viaggio dell’eroe e l’appuntamento con la morte”
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Museo%20di%20Reggio_6.jpg?itok=L_KoeX2z" title="MArRC presenta: “Il viaggio dell’eroe e l’appuntamento con la morte”" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-54296-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Museo%20di%20Reggio_6.jpg?itok=i83NBBOr" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Giovedì 21 febbraio 2019, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, lo stesso Museo e il Centro Internazionale Scrittori promuovono la conferenza “Il viaggio dell’eroe e l’appuntamento con la morte, prova e cimento del valore”, terzo incontro del ciclo<strong> “</strong>Vita, morte e viaggio nella mitologia classica: letteratura, iconografia, musica<strong>”</strong>. Intervengono il direttore del Museo, dott. Carmelo Malacrino e Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria. Con il supporto di video proiezione relaziona Paola Radici Colace, prof. Ordinario di Filologia classica, Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, presidente onorario e direttore scientifico del Cis.</p>
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Wed, 20 Feb 2019 09:20:00 +0000jacopo.giuca54296 at https://larivieraonline.comViviKaulon: “Chiudiamolo pure il Museo Archeologico dell’Antica Kaulon”
https://larivieraonline.com/vivikaulon-%E2%80%9Cchiudiamolo-pure-il-museo-archeologico-dell%E2%80%99antica-kaulon%E2%80%9D
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Tempio%20antica%20Kaulon.jpg?itok=iHckd-6n" title="ViviKaulon: “Chiudiamolo pure il Museo Archeologico dell’Antica Kaulon”" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-51195-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Tempio%20antica%20Kaulon.jpg?itok=VBtHisCy" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Dal 10 agosto pare che il famoso Mosaico del Drago dell’antica città di Kaulonia, simbolo dell’odierna Monasterace, andrà in vacanza, si spera una breve vacanza. Si sposterà dalla periferica e modesta dimora del Museo Archeologico dell’Antica Kaulon, alla centrale e ricca dimora di città, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Ritornerà per tre mesi o forse più nel luogo che lo ha ospitato per circa trent’anni. Il Drago infatti, è tornato nella sua Monasterace solo il 15 giugno del 2011. Si tratterebbe di una richiesta avanzata dal direttore del Museo di Reggio Calabria per l’allestimento di una mostra. In poche parole “viene spogliato un Santo per vestirne un altro” già di per sé imbellettato di tutto punto. Il Museo di Reggio Calabria infatti, oltre ai Bronzi di Riace dal valore inestimabile, ha al suo interno una sezione dedicata proprio all’antica Kaulonia con reperti provenienti dal sito archeologico di Monasterace.<br />
Il Museo Archeologico dell’Antica Kaulon, piccolo tesoro locrideo, che sta tentando piano piano di risalire la china, creando un circuito di visitatori attraverso attività di promozione e valorizzazione continua e costante, viene messo con le spalle al muro proprio nel periodo di maggiore affluenza turistica. In barba a chi crede che lo sviluppo di questo territorio debba passare inevitabilmente dalla conoscenza della sua storia e dei suoi beni culturali; a chi si impegna per creare una vera e propria rete, nell’idea che la crescita si faccia con la condivisione e la collaborazione tra cittadini, associazioni, istituzioni e operatori del settore turismo e cultura; a chi ha il diritto di entrare nel Museo dell’antica città di Kaulonia e trovare al suo interno ciò che caratterizza la sua identità e la sua storia; in barba soprattutto a Monasterace e ai suoi cittadini.<br />
La cultura è trasversale, libera, non ha barriere e deve essere fruibile a tutti, ma spostare un reperto da un museo a un altro, in questo caso, forse incontra qualche limite. Può una mostra essere più importante dello sviluppo culturale, turistico ed economico di un intero territorio? Può valere la pena trasferire un reperto fondamentale per un museo in un altro territorialmente vicino, dirottando i visitatori in luoghi che fanno parte della stessa area geografica? Può continuare ad essere indebolita la periferia a favore del centro?<br />
Domande che hanno un’unica risposta: NO.<br />
A questo punto chiudiamolo pure il Museo Archeologico dell’Antica Kaulon, smettiamola di parlare di valorizzazione e promozione, impacchettiamo tutta la storia, i tesori, la cultura del nostro territorio e spediamoli a Reggio Calabria. Tanto qui nella periferica Locride, senza strade, trasporti e servizi togliere anche l’identità è affare da poco.<br />
Come ViviKaulon cooperativa che gestisce i servizi al pubblico del Museo Archeologico dell’Antica Kaulon e soprattutto come cittadini di Monasterace chiediamo una maggiore tutela e protezione dei nostri beni culturali e un impegno da parte di istituzioni, cittadini e associazioni affinché ci sia attenzione e salvaguardia della nostra storia e cultura. No al trasferimento del Mosaico del Drago di Kaulonia al Museo di Reggio Calabria: #ildragorestaqui.</p>
<p class="rtejustify">Antonella Papaleo – Ufficio stampa ViviKaulon cooperativa sociale a r.l.</p>
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Wed, 25 Jul 2018 15:00:00 +0000jacopo.giuca51195 at https://larivieraonline.comMonasterace: Al Museo Archeologico dell'Antica Kaulon "Chista è a terra mia"
https://larivieraonline.com/monasterace-al-museo-archeologico-dellantica-kaulon-chista-%C3%A8-terra-mia
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Schermata%202018-03-26%20alle%2016.34.33.png?itok=5D7AbcJW" title="Monasterace: Al Museo Archeologico dell'Antica Kaulon "Chista è a terra mia"" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-49058-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Schermata%202018-03-26%20alle%2016.34.33.png?itok=LrxhWAyu" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Mercoledì 28 marzo, alle ore 11.30, presso il Museo Archeologico dell'Antica Kaulon Monasterace avrà luogo la presentazione dell'intervento "Chista è a terra mia" di Zeroottouno, nell'ambito del progetto Ceilings, promosso dall'Accademia di Belle Arti di Catanzaro e finanziato dalla Regione Calabria, che vanta il patrocinio di: Polo Museale della Calabria, Provincia di Catanzaro, Comune di Catanzaro – Assessorato alla Cultura di Catanzaro, Fondazione Rocco Guglielmo di Catanzaro, Museo MARCA di Catanzaro, Di.Co. - Servizi Museali MARCA di Catanzaro, Comune di Cropani, Comune di Tiriolo, Comune di Cosenza, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Sibari, Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, Museo Archeologico Nazionale di Monasterace, Cooperativa ViviKaulon. Alla presenza della direttrice del Museo Rossella Agostino, dei responsabili della cooperativa Vivi Kaulon, del Direttore dell'Accademia Vittorio Politano, del curatore del progetto Simona Caramia e degli artisti Giuseppe Guerrisi e Davide Negro si darà avvio a un intervento di arte contemporanea che vedrà installata un'opera permanentemente negli spazi espositivi del Museo. Obiettivo di Ceilings è quello di coinvolgere in un'unica rete, progressivamente, i musei della Calabria. Ad oggi i musei coinvolti sono: Museo MARCA di Catanzaro, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide di Sibari, Museo Nazionale Archeologico di Vibo Valentia, Museo Archeologico dell'Antica Kaulon Monasterace, Antiquarium di Cropani, Antiquarium di Tiriolo. Un simile potenziamento della rete museale è auspicabile per gestire e rilanciare l’offerta culturale; per collocare la Calabria tra gli itinerari turistici nazionali ed internazionali, per rendere produttivo un importante settore della cultura locale, attraverso un piano economico che valorizzi i numerosi musei in un valido e ragionato piano che preveda interventi a beneficio del territorio, in campo economico e socio-culturale. Inoltre il progetto permette il confronto e lo scambio di esperienze, di coordinare la promozione delle attività comuni, di incentivare, di valutare le possibilità di sviluppo e di collocazione in più ampi circuiti culturali e turistici. Nei Musei coinvolti nella rete si svolgeranno intervento di arte contemporanea. Oggetto d'intervento degli artisti coinvolti è il soffitto, creando un cortocircuito percettivo nel fruitore e permettendo la massima utilizzabilità dello spazio museale. Tale intervento, lungi dall'essere una sterile operazione decorativa, rappresenta la specificità della Rete dei Musei, giacché ogni artista è invitato a confrontarsi con il territorio, con lo spazio museale e con la sua collezione permanente, per realizzare un intervento site-specific che si integri con l'identità del luogo, enfatizzandone il genius loci. In questa direzione si colloca l'intervento di Zeroottouno, duo artistico calabrese che mette in luce, con delle installazioni - generalmente site-specific -, l'intensificata attività di antropizzazione dei luoghi. La loro ricerca si sofferma sugli interventi umani che hanno comportato la progressiva riduzione della biodiversità, delle alterazioni climatiche e paesaggistiche, eviden- ziando come il processo di evoluzione abbia causato una crisi ecosistemica. Gli artisti denunciano i limiti del pensiero astratto, che ha portato a definire le aree verdi alla stregua di porzioni frammentate di realtà, gli artisti mettono in luce la trama dell'esistenza, giacché tutto è collegato ad ogni altra cosa. Il loro fare si fonda sulla possibilità di ristabilire un contatto intimo con se stessi e con le proprie radici identitarie, a partire dalla negoziazione del rapporto con il non-umano. Eterna fonte di verità, la Natura e la conseguente restituzione ad essa sono il fulcro teorico della messa in opera di Zeroottonuo: fibre naturali, radici, tronchi d'albero sono gli elementi attraverso i quali la loro arte si offre come mediatrice tra uomo e ambiente. In una simile ricerca gioca un ruolo forza l'identità calabrese, dunque la posizione geografica, che permette di parlare di geografia dell'arte o di geografia emozionale, quale approccio di studio pre-scientifico, caratterizzato dalla percezione, soggettiva ed emotiva, che evoca negli individui che fruiscono occasionalmente o vivono stabilmente un determinato luogo. Dalle loro opere emerge un fitto accumularsi di segni, materiali e simbolici, che sembrano voler afferrare la complessità della Calabria, avvolgendone i luoghi in un forte intrico emozionale. Attraverso tale prospettiva global e local si incontrano: alle istanze identitarie "locali" di tutela del "proprio", si accosta la consapevolezza "globale" di un mutamento etno-antropologico, che contempla l'ecologia quale nuovo referente del binomio allargato tra uomo e mondo.</p>
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Mon, 26 Mar 2018 14:40:53 +0000maria.cogliandro49058 at https://larivieraonline.comAumentano del 10% le presenze al Museo archeologico di Locri
https://larivieraonline.com/aumentano-del-10-le-presenze-al-museo-archeologico-di-locri
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Museo%20di%20Locri_0.jpg?itok=qxb5DtqO" title="Aumentano del 10% le presenze al Museo archeologico di Locri" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-47479-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Museo%20di%20Locri_0.jpg?itok=MIlSpGNU" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="rtejustify">Quasi 500 mila visitatori, con incassi che sfiorano i 922 mila euro. Sono i dati a consuntivo delle visite registrate nei musei calabresi nel 2017 resi noti dal Mibact.<br />
In particolare nelle strutture espositive calabresi che fanno capo al Ministero sono state registrate 487.264 presenze, con un incremento dell'11,4% degli incassi, pari a 921.963 euro rispetto agli 826.893 euro del 2016. Oltre al Museo archeologico nazionale di Reggio, la superstar, che ha incrementato le presenze del 2% rispetto all'anno precedente con 215.846 visitatori, buone performance sono state registrate dai Musei archeologici di Locri (+10), Antica Caulonia (+15) e Crotone (+6,4). In calo, invece, Vibo (-17,1), Sibaritide (-9,2) e Scolacium (-40). Tra i luoghi della cultura a ingresso gratuito il maniero di le Castella di Isola Capo Rizzuto è stato visitato da oltre 83 mila persone. Seguono la Cattolica di Stilo, con 31 mila visitatori, ed il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna, con 20.500 ingressi.</p>
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Wed, 17 Jan 2018 14:20:00 +0000jacopo.giuca47479 at https://larivieraonline.comLocri: Giovedì una visita di monitoraggio Civico al Museo Archeologico
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<div class="field-item even"><a href="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/large/public/notizie/Museo%20Archeologico%20di%20Locri.jpg?itok=8hdhBKzn" title="Locri: Giovedì una visita di monitoraggio Civico al Museo Archeologico" class="colorbox" data-colorbox-gallery="gallery-node-40061-99LgWStiaTc" data-cbox-img-attrs="{"title": "", "alt": ""}"><img src="https://larivieraonline.com/sites/default/files/styles/front_content_news/public/notizie/Museo%20Archeologico%20di%20Locri.jpg?itok=xO6Y18Pu" width="250" height="180" alt="" title="" /></a></div>
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<div class="field-item even"><p class="p1 rtejustify"><span class="s1">Contribuire alla valorizzazione del territorio e riscoprire le proprie radici culturali è l’intento degli alunni della Quarta A del Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, impegnati nel formativo e coinvolgente progetto di “A Scuola di OpenCoesione”. È un percorso di innovativa didattica interdisciplinare, proposto dal MIUR con l’intento di coinvolgere gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado in concrete esperienze di cittadinanza attiva, realizzate anche mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione. È il terzo anno consecutivo che gli alunni di questo Liceo, sotto la dirigenza del professore Giuseppe Fazzolari e la guida della professoressa Vincenza Agrillo, si cimentano in un’azione di monitoraggio civico di un progetto realizzato sul proprio territorio. Come cittadini attivi e responsabili gli studenti coinvolti si propongono di dare il loro piccolo ma proficuo contributo per la promozione e lo sviluppo culturale, sociale ed economico della propria terra. Durante l’edizione A Scuola di OpenCoesione 2016/17, gli alunni della Quarta A, team Epizefiri, hanno scelto di monitorare il Progetto “Valorizzazione del Parco e Museo Archeologico di Locri Epizefiri”. Il loro più vivo desiderio è che non si parli della propria terra soltanto per episodi malavitosi, ma che siano messi in risalto la sua grandezza e l’antico splendore storico-culturale, presenti e vivi ancora oggi. Il soggetto programmatore di questo progetto di valorizzazione è il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, mentre il soggetto attuatore è la Direzione Regionale per i Beni culturali della Calabria. I lavori sono iniziati il 26 novembre 2014 e si sono conclusi il 16 novembre 2015. Per questo progetto sono stati stanziati ben 3.450.000 euro, per la maggior parte provenienti dall’Unione Europea e in parte dal Fondo di Rotazione. Sono stati effettuati interventi relativi alla valorizzazione in 5 diverse zone: il Parco Archeologico, Centocamere, il Casino Macrì, il Teatro e il Palazzo Nieddu. Il 9 marzo con Conferenza stampa e la visita di monitoraggio civico, gli alunni del team Epizefiri intendono coinvolgere i vari soggetti interessati, anche la stampa e le televisioni locali, allo scopo di migliorare la fruizione di questo meraviglioso sito archeologico, incrementare l’afflusso turistico e quindi gli introiti. Solo così si potrà promuovere lo sviluppo economico e sociale di Locri per riportare questa terra all’antico splendore. </span><br />
<span class="s1"><b>Si sollecita vivamente la partecipazione della stampa e delle televisioni locali</b><br />
Il Dirigente Scolastico </span><br />
<span class="s1">Prof. Giuseppe Fazzolari<span class="Apple-converted-space"> </span></span></p>
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Tue, 07 Mar 2017 10:54:43 +0000jacopo.giuca40061 at https://larivieraonline.com