Tenta di uccidere il suo avvocato. Arrestato

Ven, 15/05/2015 - 10:06

Nella mattinata di ieri, a Brancaleone, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bianco e quelli della locale Stazione hanno tratto in arresto, per tentato omicidio e porto abusivo di armi da fuoco, Giuseppe Pangallo, pensionato 74enne del luogo il quale, verso le ore 9 odierne, recatosi presso l’abitazione di residenza di un noto avvocato del posto, appostatosi dietro il cancello di ingresso, ha esploso al suo indirizzo, senza attingerlo, un colpo di fucile cal. 12 caricato a pallini, infrantosi contro una colonna della veranda ubicata nel cortile dell’abitazione ove la vittima, in quel frangente, stava accudendo al proprio cane.
All’arresto del reo si è giunti dopo una speditiva attività di indagine, nel corso della quale si sono perfettamente coniugate, operando in sintonia tra loro, la capacità informativa che contraddistingue la Stazione Carabinieri e le conoscenze tecniche del personale dell’Aliquota Operativa. Infatti, da una rapida narrazione di quanto accaduto, da una descrizione dell’autore del gesto e dall’analisi dei filmati di vari impianti di videosorveglianza serventi la zona, in poco più di 15 minuti si è rapidamente addivenuti all’individuazione e all’arresto del reo, il quale, visti arrivare i Carabinieri presso la propria abitazione, non ha opposto loro resistenza e, messo alle strette, ha confessato, dopo che gli operanti - constatata l’assenza dalla rastrelliera delle armi di uno dei tre fucili legalmente detenuti dal Pangallo insieme a 145 cartucce calibro 12 - al termine di un’accurata perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto il fucile mancante, un “Beretta” cal. 12 a canne sovrapposte, nella circostanza sottoposto a sequestro, occultato all’interno di una legnaia di pertinenza dell’abitazione e utilizzato per compiere il gesto delittuoso, nella circostanza lì nascosto alla vista del sopraggiungere degli operanti. Anche le restanti armi, come del resto le munizioni, sono state comunque sequestrate cautelativamente.
Dalla ricostruzione dell’accaduto, il movente del gesto è da ricondursi a un mancato pagamento di un onorario di circa 3000 €, risalente al 2012, per il quale, al termine delle previste procedure legali, la vittima aveva chiesto e ottenuto dal Giudice di Pace di Locri un decreto ingiuntivo notificato qualche giorno fa al Pangallo. A seguito dell’occorso, dietro autorizzazione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Locri, Dottoressa Rossana Sgueglia, che ha coordinato le indagini, il prevenuto è stato sottoposto alla prova dello “stub” (per rilevare le particelle di sparo - ovvero tracce di bario e antimonio - sul suo corpo e sui vestiti indossati) e, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale Locri a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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