Per un’idea di Casa della Cultura

Lun, 02/03/2015 - 18:58

Io nutro il sogno  di vedere il mio paese dotato di una struttura moderna nella quale possano essere accentrate, organizzate e svolgersi tutte le attività culturali che la comunità per le sue potenzialità può sviluppare, prima di tutte la collocazione della biblioteca comunale, della quale da qualche mese non si parla più, nuovamente avvilita, dopo la "carcerazione" di qualche anno fa, con il significativo trasferimento ad un passo dal cimitero.

Per illustrare il sogno, è necessaria una premessa. Nel nostro paese,  se le attività o iniziative affini di un qualsiasi settore non vengono accentrate in modo da diminuire gli oneri, è improbabile che ne sia possibile la gestione, dato che le risorse pubbliche sono minime e quelle private inesistenti. Nel settore della cultura non è possibile immaginare la biblioteca comunale, il teatro, un museo (meglio, più realisticamente: una raccolta), la gipsoteca e cose del genere, come oasi da sparpagliare nel territorio comunale. Isolate e lontane le une dalle altre, tali oasi difficilmente potranno essere gestite con spese e personale adeguati; accentrate, con spazi ovviamente propri appositamente attrezzati, ma con servizi generali - quale, per esempio, una sala conferenze di non più di un centinaio di posti - e personale di custodia in comune, la gestione sarebbe molto facilitata, come è facile capire.
Ciò si può realizzare se Siderno incomincia a progettare la costruzione di una struttura edilizia apposita, una "casa della cultura" (o chiamata come meglio aggrada), che potrebbe essere pensata in una con il recupero e il riuso culturale della Fornace Russo, o in maniera più modesta, riconvertendo per la bisogna un edificio già esistente, attualmente utilizzato poco e male, quale, per esempio, il centro polifunzionale, o dal futuro molto improbabile, quale il teatro comunale.
Quanto detto attiene ovviamente a un progetto di non facile né immediata realizzazione, ma da programmare con coraggio e lungimiranza. Intanto, però, incombe, ed è ineludibile e improcrastinabile, il problema di una collocazione immediata, ovviamente ancora provvisoria, ma più funzionale e dignitosa, della biblioteca comunale, confinata con un provvedimento improvvido e senza anima nell'edificio del tutto inidoneo delle scuole elementari della lontana e periferica Siderno Superiore, abbandonata a se stessa e priva dei presidi di agibilità e sicurezza che neppure a un comune deposito si negano, dove, tra le altre criticità, esiste anche l'evidente difficoltà di accesso che incontrano gli utenti del centro - in gran parte giovani studenti e anziani - mancando del tutto i mezzi pubblici di trasporto.
Questo problema necessita chiaramente di una soluzione immediata, che non può che consistere nel ritorno della biblioteca nel centro cittadino, tentando, anche, di redimerla dalla sua attuale condizione di deposito di libri in luogo nel quale si produca cultura. A tal fine si dovrebbe utilizzare o un idoneo edificio privato o un edificio pubblico di immediata disponibilità, quale potrebbe essere l'ex istituto tecnico commerciale, se non fosse occupato dalla Scuola media "Pedullà", i cui locali sono incredibilmente in ristrutturazione ormai da tempo immemorabile. 
La biblioteca comunale presenta, però, oltre a quello della restituzione a una sede - pur provvisoria - più idonea e fruibile, anche altri problemi, alcuni dei quali possono essere affrontati con immediatezza, altri devono essere esaminati con competenza e possono essere risolti soltanto con una specifica programmazione e progettazione.
 Nell'immediato, la biblioteca ha bisogno di un sistema gestionale pratico e funzionale, da affidare, per esempio, a un "comitato di gestione" (o "Consiglio di amministrazione" che dir si voglia) da costituire non con i criteri obsoleti delle leggi regionali in materia, ma con coraggio e innovazione, dotandolo di poteri diretti e veri, e di mezzi finanziari adeguati da parte del Comune proprietario, tale che possa operare in piena autonomia e responsabilità, senza dipendere dagli umori del sindaco o dell'assessore o anche soltanto del burocrate del momento.
E' urgente operare perché la biblioteca sia dotata di adeguato e formato personale tecnico e scientifico, perché venga aggiornato e modernizzato il catalogo, perché si incominci a provvedere all'aggiornamento librario secondo le richieste dell'utenza.
Per il futuro - ma si deve incominciare a pensarci da subito - è ineludibile, oltre a tale aggiornamento generalistico, una specializzazione della biblioteca che contempli almeno due o tre sezioni: la prima destinata all''acquisizione di tutto quanto è stato scritto su Siderno o dagli autori sidernesi di tutti i tempi (che è cosa irrinunciabile per una biblioteca che è prima di tutto comunale); la seconda destinata  alla creazione di un fondo di pubblicazioni sull'intero territorio comprensoriale, in modo che che la biblioteca comunale di Siderno possa diventare centro di richiamo e di frequentazione anche dei lettori e degli studiosi di tutto il circondario.
Una terza sezione, di impatto culturale e sociale evidente, potrebbe essere pensata - in collaborazione con gli istituti culturali stranieri attivi in Italia - per accogliere pubblicazioni anche in lingua madre per gli immigrati che sempre più numerosi vediamo spaesati nelle nostre strade. Se non sappiamo accoglierli e ospitarli con più rispetto, se ad essi non sappiamo offrire un lavoro remunerato equamente, consentiamogli almeno di avere un posto di riferimento culturale nel quale, impiegando proficuamente e onestamente parte del loro tempo, possano nutrire lo spirito con approfondimenti della nostra cultura e mantenere forti i legami con quella natia, dalla quale sono costretti a restare lontani, in paesi dei quali non conoscono niente. Va da sè che nella biblioteca comunale potrebbe trovare immediata ospitalità e quindi essere fruibile per la conservazione della memoria storica della comunità, anche quel che resta dell'archivio storico comunale di Siderno attualmente rinchiuso anch'esso a Siderno Superiore, in una sede non facilmente accessibile agli studiosi.  Nella stessa, poi, esaltandone la dimensione comprensoriale,  si potrebbe creare un  archivio storico dei partiti politici che hanno scritto la storia di tutto il comprensorio, non  più esistenti, ma le cui carte probabilmente sono ancora recuperabili, prima che vadano a finire in qualche discarica fluviale, come è accaduto qualche tempo fa con le carte del già sindaco di Siderno Campoliti. 

Autore: 
Enzo D'Agostino
Rubrica: 

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